LA TERRA PROMESSA - 02/11/21 - SoLoMoN

Solomon li guardò arrivare con sguardo serio e corrucciato, come sempre.

"Ho trovato delle tracce, portano in quella direzione" disse lapidario indicando con il dito la parte di foresta che costeggiava il fiume in direzione delle vette.

La sua frase non voleva essere altro che una condivisione di cosa aveva scoperto e nulla più. Ovviamente la missione del grande orco era andata a buon fine ed il novizio era lì a dimostrarlo, ed anche la missione di Mhob era andata bene a giudicare dal sorriso che stava sfoggiando quando la giovane goblin si riunì a loro e condivise la sua scoperta. (NON GDR - Do per scontato che Mhob condivida con i compagni l'informazione in merito al ladro).

Era il momento di agire e pianificare.


Il rumore della cascatella era molto forte e l'aria si stava facendo fredda tanto che dalle bocche di tutti i presenti iniziarono a crearsi delle piccole nuvolette di vapore. Solomon prese coscenza della cosa ed avvicinandosi a Trùmlin e Mhob, carezzando l'ispido pelo di Bhom disse ai suoi due compagni:

"Per come la vedo  io abbiamo due possibilità: o seguiamo ora Keler, per non dargli troppo vantaggio o le seguiremo domani, dato che nessuno di noi ci vede bene al buio e dovremmo usare delle torce, cosa che ci farebbe scoprire da chilometri di distanza. Voi che ne pensate?"

Poi non perse altro tempo e rivolgendosi a Bartolomeo, guardandolo dritto negli occhi con sguardo serio ed indagatore, gli rivolse alcune domande. Forse un altro avrebbe domandato scusa per come era stato prelevato, scusa per i modi poco consoni ed un poco troppo spiccioli, ma Solomon, in quanto barbaro, preferiva andare dritto al punto. Era sì il più diplomatico dei tre (figurarsi quindi Trùmlin e Mhob), ma non raggiungeva certo gli standard degli umani.

"Ti viene in mente qualcosa legato al furto che potrebbe aiutarci, anche la cosa più insignificante? C'è qualcosa che dobbiamo sapere sulla Pietra del Sole? Raccontaci come è andata e cerca di essere breve!".

L'ultima frase suonò come un ordine perentorio.

In attesa della risposta il barbaro iniziò a passarsi una mano sulla guancia ad accarezzare la barba che si stava facendo lunga per i suoi standard. Non tolse lo sguardo di dosso a Bartolomeo. Da un lato aveva fretta, mentre dall'altra non voleva agire in maniera avventata. Si stava trattenendo, come un orso in gabbia. 

Mantenendo lo sguardo su Bartolomeo, la sua mente iniziò a vagare. Pensieri dubbiosi iniziavano a prendere il suo spirito.

Starò facendo bene? Sarà meglio seguire ora Keler? Sarà meglio tornare al campo ed interrogare Keler? Sarà meglio seguire il ladro domani?


Fu in quel momento che come un magigno scagliato da un Troll Raele, da chissà dove, in un posto profondo della sua anima, comparve l'immagine del suo Baiagorn, il suo orso da combattimento, Lokta, morto in combattimento ormai diversi anni orsono. 

Il Baiagorn lo guardò dritto negli occhi. I due, in quell'immagine, rimaserò così per diversi istanti.

Quell'immagine regalò improvvisamente pace e serenità al ranger. 
Tornò in sè ed ascoltò cosa aveva da dire Bartolomeo

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