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GDR Si trovava sulla soglia di quel vecchio mulino, proteso verso quella canaglia che fino a qualche istante prima era in combattimento con lui e Bhom, ma che poi aveva scelto la fuga, quando Trùmlin udì il richiamo perentorio che proveniva dalle sue spalle e che intimava di fermarsi e di non seguire il fuggitivo. La voce ed il tono erano quelli del barbaro, colui che per naturale predisposizione, era un poco diventato quello che dirigeva le danze all'interno del loro gruppo e di cui l'orco si fidava ciecamente. Solomon aveva dato prova più di una volta di quanto valeva, e questo a Trùmlin bastava ed avanzava.  Sentendo pertanto l'ordine di fermarsi si arrestò al fondo dei gradini d'ingresso alle rovine del vecchio mulino e si guardò indietro. Volse ancora una volta lo sguardo verso il bandito che stava attraversando il prato che lo separava dal bosco alla massima velocità che le ferite che aveva riportato e le frecce conficcate nel suo corpo (una bel fastidio ai movime

Solomon era soddisfatto. Il gruppo si era comportato bene fino a quel momento, si era dimostrato coeso ed organizzato. L'attacco dell'orso prima e quello dell'orco poi mandarono al tappeto il capo di quel gruppetto. Come è già che lo aveva chiamato Keler? Ah sì, Mal Rogan. Concentrato su quanto avevano portato a termine Bhom e Trùmlin, si stava perdendo tutta la scena dello scontro. Colse però il movimento dell'ultimo sgherro rimasto in piedi e con un movimento rapido spostò l'arco nella sua direzione e rilasciò la corda. Centro. Lo aveva colpito, ma purtroppo questo non aveva impedito al tizio di proseguire con il suo piano che ovviamente prevedeva la fuga il più veloce ed il più lontano possibile. Mentre tutto questo succedeva ed alcuni pensieri prendevano forma nella sua mente, un'altra freccia saettò nell'aria e raggiunse alle spalle il fuggitivo. [Mhob] " FiglioDiUnCane! " disse Mhob. " QualcunoLoFermiPerLaMiseria! " urlò rivolta ai

GDR Il grande orco lanciò uno sguardo in direzione di Bhom, il grande orso di Mhob, perchè lo vide lanciarsi con impeto battagliero contro quel tizio incappucciato e così strano con quel suo modo strano di muoversi e di tenere quella stupida mano aperta nella sua direzione. Vide l'attacco andare a buon fine e ne fu felice. Sapeva che ora doveva fare la sua parte, come fatto fino ad ora. Non si mise a ragionare e pensare sul perchè tutte le volte che muoveva un muscolo sentiva un dolore attanagliarlo, ora più forte ora meno. Sapeva che quel tizio non gli piaceva e questa era l'unica cosa che in questo momento contava. Alzò ancora una volta il braccio destro che reggeva il becco di corvo, pronto a scagliarlo con tutta la sua forza sull'avversario. Ancora una volta sentì una fitta di dolore attraversare il suo corpo, ma ancora una volta, non si curò della cosa. Calò il becco di corvo con tutta la rabbia che sentiva dentro. Incanalò in quel colpo tutto il dolore che aveva prova