LA TERRA PROMESSA - 03/11 - mHoB

Il suo orso li aveva sentiti arrivare prima di lei, ma anche Mhob non ci mise molto a sentirne la presenza. La sua parte più selvaggia e l'essere cresciuta vicino alla grande foresta avevano senza dubbio influito sulla crescita e lo sviluppo di quelle sue doti innate. Diciamo poi che i tre non fecero proprio di tutto per nascondere la loro presenza, almeno nel momento dell'ingresso nella radura, quando, forse, non si aspettavano di trovare qualcuno accampato nel vecchio mulino in rovina.

Ovviamente Mhob non aveva sentito tutta la spiegazione di Keler, per cui non sapeva chi potessero essere quelle persone che stava osservando avvicinarsi, ma ovviamente, dalle movenze e dal loro incedere la cosa non presagiva nulla di buono. L'aspetto, forse avrebbe potuto aiutare, ma alla fine la luna che era alta nel cielo non era così forte da illuminare tutta la zona e fino a quella distanza.

E se invece fossero state le guardie di Argasto che erano anche loro sulle tracce del ladro? C'era da dire però che il padrone della carovana aveva affidato loro il compito di riportare la Pietra del Sole indietro e non alle guardie; però era anche vero, che quei figli di buona donna delle guardie di Argasto avrebbero fatto di tutto per rompere le uova nel paniere a loro. Diciamo che se fossero state le guardie non sarebbe comunque stato un incontro piacevole, ma magari non avrebbe scagliato subito le frecce.

Il suo istinto le stava suggerendo di agire, ma Solomon, quando era sceso, non aveva ancora dato ordini, per cui meglio non rischiare, perchè in caso di clamoroso errore non aveva voglia di una nuova ed estenuante chiacchierata con il barbaro e Trùmlin in merito alla sua impulsività; ma non tanto perchè non avrebbe saputo cosa dire, quanto piuttosto perchè tra uno e l'altro non avrebbero spiccicato più di dieci parole in tutto, rimanendo fermi ad osservarla con sguardo severo, come si fà con i bambini. Quello sarebbe stato davvero troppo. Frustrante al solo pensiero, proprio come lo era stato l'ultima volta che era successo.

La conclusione per una delle poche volte in vita sua, fu che la razionalità (sarebbe meglio dire, la paura d'impelagarsi in una noiosissima conversazione monodirezionale) ebbe la meglio sull'istinto.

Mhob si alzò in piedi di scatto e voltandosi verso Solomon, in fondo al piano terra dell'edificio, disse "EhiSmilzoAbbiamoCompagnia! Vieni a vedere!".

Detto questo comandò mentalmente a Bhom, il suo orso, il suo famiglio (da intendersi in senso quasi lettarario e non tranto stregonesco, per Mhob, Bhom era davvero uno di famiglia, come un fratello, come nel tempo era diventato Trùmlin) di rimanere nei pressi della porta, ma di non fare l'eroe. In risposta l'orso sbuffò dal naso ed annuì con la grande testa un paio di volte.

Comandando al suo compagno il da farsi lo accarezzò e si spostò  sul fondo del piano terra del vecchio mulino abbandonato, osservando, durante lo spostamento, dove si trovava Trùmlin. In qualche modo voleva sempre avere in vista la sua famiglia. Notò anche l'omino buffo che erano venuti a cercare, Keler, legato come un salame. Nel modo in cui era stato legato riconobbe diversi tipi di nodi goblin e pensò tra sè e sè - Bravo vecchia quercia, hai fatto un bel lavoro! - il pensiero era ovviamente rivolto a Trùmlin.

Trovò una posizione consona per avere buona visuale rispetto all'ingresso, in modo da poter bersagliare chiunque si fosse avvicinato o fosse entrato.

Poi rimase in attesa, cosa che le riusciva malissimo. Aspettare non era proprio il suo forte, infatti, dopo pochi istanti, stava già spostando il peso da una gamba all'altra.

 

NON GDR

Mhob userà le frecce rimanenti per colpire gli avversari che entreranno dalla porta.

Bhom attaccherà il primo che metterà piede nel vecchio mulino.

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