LA TERRA PROMESSA - 03/11/21 - TrUmLiN

GDR

La foresta del Davokar era ciò che ispirava la condizione di berseker in cui Trumlin si lasciava scivolare al momento del combattimento. Sebbene esteriormente fosse una furia selvaggia, tutto muscoli e scatti, finte e sudore, urla e attacchi irruenti uno dopo l'altro; il suo interno era difficile da descrivere. Provate ad immagine l'enorme massa corporea di un orco grande come una quercia, quello era Trumlin, provate ad immaginarne la figura lasciarsi scivolare lentamente e dolcemente in uno specchio d'acqua. Intorno al lago di acqua purissima una foresta di alberi antichi e nodosi, neri ed intricati, opprimenti e selvaggi. Fate caso a come l'orco si lasci abbracciare, accogliere dallo specchio d'acqua immobile, movimentata solo da piccole onde causate dal posarsi di qualche piccolo insetto. Una leggera brezza soffia da chissà dove. Ed ora la figura dell'orco, che nel frattempo si è lasciato galleggiare sull'acqua, abbandonandosi ad essa, si trova proprio al centro del lago, ed è quando allarga le braccia e le gambe che l'acqua inizia ad andare letteralmente in ebollizione.
Quello era il momento in cui la furia del berseker s'impadroniva dell'orco.

Quando sollevò il becco di corvo per colpire quello strano individuo dalla mano protesa verso di lui sentì una fitta dolorosa ed improvvisa alla base della nuca, come se gli avessero infilato qualcosa di piccolo proprio in quel punto. Quel dolore intenso e repentino si propagò a tutto il corpo per poi scomparire subito. Trùmlin proseguì con l'attacco, ma quel dolore improvviso lo aveva ormai distratto, ed infatti, ancora una volta, il colpo andò a vuoto. Di poco. Ma in un combattimento non contava di quanto mancavi l'avversario, contava solo se lo colpivi o no.

Era il secondo colpo che non trovava il bersaglio e quell'inettitudine iniziò a rendere molto nervoso l'orco. Trùmlin stava perdendo la concentrazione e l'orco nel lago all'interno della foresta del Davokar non era più serenamente abbandonato alle acque che lo sostenevano, ma stava affondando in esse.

Fu la perdita di concentrazione la principale causa del danno che subì. Il colpo della mazza chiodata dell'avversario che gli arrivò allo stomaco lo colse impreparato. Non riuscì a schivare l'attacco, non riuscì a parare il colpo. Si lasciò semplicemente colpire come un albero inerme. Il sangue iniziò a sgorgare dalla ferita e nuovamente la sensazione di dolore si impadronì dell'orco. L'odore del sangue, del suo sangue, gli penetrò le narici ed il suo sguardo sempre più corrucciato si posò ancora una volta sotto quel cappuccio nero che copriva il volto del suo avversario.

Trùmlin, senza una parola, sollevò ancora una volta il suo becco di corvo per calarlo con tutta la sua forza contro Mal-Rogan.


NON GDR 

Trùmlin non è verosimile che capisca che Mal-Rogan con la mano alzata lo stava maledicendo e che quel dolore è dovuto alla maledizione, per cui, come da stereotipo orchesco, infossa la testa nelle spalle, incurva queste ultime e tenta di colpire l'avversario con il becco di corvo e... speriamo in bene!


Ed ora non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento...
...al prossimo incontro!
LoShAmAnO


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